Una storia che questa volta ha il sapore di famiglia, di atmosfera festiva, di scoperta di nuovi sapori autentici.
Una storia che è ambientata in Sicilia.
Oggi vi raccontiamo una bella storia, bella ed anche buona, che parla di due specialità che si incontrano.
Si chiama 'Il Lopez' ed è una edizione speciale che comprende un'opera d'arte in ceramica di Peppino Lopez e un'opera d'arte fornaia del Dolceforno di Ragusa
Un panettone e un piatto che si incontrano- così come ci ha raccontato lo stesso Peppino- come quadro e cornice.
Il piatto che ha preparato è un'opera d'arte a tiratura limitata, ogni singolo pezzo è numerato: può essere utilizzato per le feste ma non solo, può essere il piatto che contiene il panettone, ma anche quando il panettone è finito il piatto sarà li per ricordare il loro connubio.
Per tutto l'anno è pronto ad accogliere diverse specialità che vi si vogliano adagiare, oppure può essere un pezzo da collezione.
Il panettone è disponibile in due versioni, io ho voluto conoscere dal vivo la versione ai cereali e glassa di cioccolato bianco, con scaglie di cioccolato di Modica sopra e dentro frutti di bosco.
La fragranza che si sprigiona dal panettone una volta uscito dalla scatola mi ha dato l'idea 'delle cose buone fatte bene', mi ha colpito quel buon profumo di artigianalità, fragrante, non stucchevole.
Preparato con uova, burro, lievito madre, miele, conteneva all'interno dell'impasto delle noci, che ho gradito particolarmente.
Adesso lascio la parola a Peppino Lopez che ci racconterà tutto
Come nasce la collaborazione tra Lopez e Dolce Forno?
La collaborazione tra me e il mastro fornaio Ottavio non è nata per caso per due motivi: il primo motivo è il fatto che Ottavio sia mio suocero e il secondo motivo sicuramente è quello che ci accomuna maggiormente.
Molte volte mi capita di osservarlo mentre si destreggia tra i suoi attrezzi durante la preparazione del pane. E mi sono accorto che quello che ci accomuna è l’amore e la passione che ci mettiamo nel fare il proprio lavoro, mantenendo l’umiltà in quello che si fa.
Da dove nasce l’idea di associare il piatto in ceramica ad un panettone?
Questo panettone è un gioco di mani, da una parte il 'mastro fornaio' dall’altra il ceramista. Ambedue impastano, modellano e cuociono.
Dalla terra al fuoco, portando in tavola la forma che contiene e la forma che sazia.
Un gesto che coinvolge occhio, tatto e gusto”.
Quindi perché’ non fare un panettone? Il panettone, il dolce delle feste è “Animato” se pensiamo al lievito madre ricco di microelementi. Allo stesso modo l’argilla “vive”; anche essa reagisce in modi diversi in base all’umidità alla temperatura dell’aria o in base alla percentuale d’acqua al suo interno, può risultare più o meno malleabile. Ma a capirla impari con l’esperienza e con il tempo.
Anche fare un semplice panettone alla fine non è cosa semplice.
In questi giorni restando fianco a fianco con Ottavio, durante la produzione, ho imparato che fare un panettone è un lavoro di precisione e di pazienza.
Fare un panettone non è questione di lievito, ore di lievitazione, formule ed ingredienti vari, fare un panettone è un’arte che si accumula nel tempo.
Questo succede nel mio lavoro. Modellare un piatto è come fornire una cornice alla ricetta, ma non è esattamente così. In realtà, lavorando a stretto contatto di gomito con i cuochi, non sai più dove finisce il quadro e dove inizi la cornice.
La forma è contenuto e viceversa.
Cosa rappresenta per te questa opera d’arte? Come è nata l’idea di questo piatto? Cosa accomuna il piatto al panettone?
Durante tutto questo periodo di lockdown tutte le energie confluiscono nella creazione del nuovo brand Fucina che realizza collezioni da tavola su commissione e a tiratura limitata.
La realizzazione del Panettone in edizione limitata è frutto di otto mesi di lavoro. L’idea nasce a Marzo in pieno lockdown quando penso di sviluppare un progetto di food e design con la duplice funzione: valorizzare il territorio e le maestranze locali, oltre a promuovere Fucina il mio nuovo brand creato insieme a mia moglie Veronica e in cui svolgo il ruolo di Direttore Creativo.
Prendere le opere di Peppino Lopez e usarle come decorazione di una scatola di Panettone è un’operazione di marketing controversa e oso definire azzardata, così come lo è per un designer artigiano firmare un dolce. “IL LOPEZ” mi è piaciuto usare il mio cognome, misuratamente esotico e un po’ romanzesco.
L’articolo determinativo sottolinea l’unicità fisica.
Quando concepisco un piatto quali sono i criteri che utilizzo.
Le mie opere sono scatti di memoria e forme che sopravvivono, trasformandosi.
È così che è cominciato il mio lavoro di artigiano designer - iniziai a vedere “delle cose” nei legni e nei sassi e non feci nulla se non farle uscire fuori.
Modellati al tornio, senza stampi, uno diverso dall’altro, concretissimi e al tempo stesso fluttuanti. L’emozione che regalano è di scomparire con la ricetta, inglobandola e di riapparire all’improvviso, appena ne sfiori la superficie o stacchi gli occhi dal cibo.
Per fare un piatto non ho una regola fissa. Può essere frutto di una riflessione, ma, spesso, basta un’impressione, un dettaglio, un colpo di luce.
La verità è che i miei piatti nascono da un’emozione, sono le mani stesse che, da un certo punto in poi, immaginano.
Come mai hai pensato proprio a questo piatto?
Come per le mie creazioni, raccolte nel nuovo catalogo di Fucina, anche il piatto in edizione limitata massimo 100 pezzi nella forma e nei colori ricorda il mio operato e la mia idea di piatto. La forma ricorda la corolla aperta di un fiore o, visto di lato, delle ondine che si inseguono.
Un piatto artigianale realizzato interamente a mano e rievoca forme dell’antica ceramica siciliana. Il colore non poteva che essere bianco lucido come tutte le mie opere per esaltare la forma e il contenuto.
Da dove nasce l’idea dei due panettoni ai cereali e al carrubo?
Piatto e panettone frutto di un medesimo progetto di design gastronomico.
Dal nome del panettone, alla grafica della scatola con su rappresentate le mie opere, fino alla scelta dei gusti dei due panettoni è parte di un unico progetto.
Quando ho pensato ai panettoni che poi ho chiamato “IL LOPEZ “ dolcepane di Sicilia ho immaginato un viaggio lungo le “ TRAZZERE DELLA SICILIA “ ( le stradine di campagna) e attraverso il gusto, l’olfatto e la vista l’idea è di far percorrere questo viaggio immaginario al commensale.
Quale è il messaggio che vorresti dare al pubblico, tre motivazioni, per scegliere il vostro “Lopez”
Prima motivazione: in questo mio progetto importante non è il singolo oggetto panettone col piatto ma risulta interessante il fatto di come un oggetto di food design possa creare sistema nel sociale in cui nasce.
Pensiamo a tutta la filiera produttiva che contribuisce alla creazione del prodotto finale, dal contadino fino all’artigiano che dovrà realizzare il packaging. Il mio lavoro di “design artigiano” come piace definirmi è anche quello di mettere a sistema diverse figure del territorio per la creazione di un unico progetto. Questo permette di creare sinergie e una rete che aiuta la crescita di un territorio, il mio quello Siciliano.
Seconda motivazione: Chi sceglie di portare a tavola “Il LOPEZ” sceglie di condividere la mia filosofia di interpretare la tavola. Ristorare è un qualcosa da compiere ogni giorno in famiglia o tra amici per condividere la gioia di vivere.
Terza motivazione: il Panettone risulta essere bello alla vista e gustoso al palato e quando finisce il panettone rimane un piatto da toccare , ”unico” essendo fatto “con le mani” dell’artista, numerato e firmato, che rievoca in mente quanto era buono quel panettone.
Foto di Tommaso Parisi
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