La forma dell'acqua
(Non verrà spoilerato nulla nell'articolo, ma qualche anticipazione o spoiler potrebbero trovarsi sotto nel box dei commenti)
Tutto ha inizio qui, in una Vigàta soffocante di prima mattina, tutto inizia così.
Lume d’alba non filtrava nel cortiglio della «Splendor», la società che aveva in appalto la nettezza urbana di Vigàta, una nuvolaglia bassa e densa cummigliava completamente il cielo come se fosse stato tirato un telone grigio da cornicione a cornicione, foglia non si cataminava, il vento di scirocco tardava ad arrisbigliarsi dal suo sonno piombigno, già si faticava a scangiare parole.
Una sensazione, che si può provare solo nelle città sul mare dove anche a metà settembre l'umidità avvolge tutto senza lasciarti il respiro. Poi mettiamoci pure che ci troviamo affacciati sul Mar Mediterraneo dove il fresco arriva solo dopo novembre.
Ha ragione Camilleri quando dice che in queste condizioni meteorologiche si fatica anche a scambiare qualche parola.
E' la prima avventura del Commissario Montalbano che coadiuvato dal brigadiere Fazio, si trova ad indagare su di una morte misteriosa e miserabile, niente meno che del segretario provinciale di un grosso partito politico: l'ing. Luparello (Possibile Democrazia Cristiana).
Il cadavere viene ritrovato alla Mànnara, zona dedita alla prostituzione, quindi una situazione imbarazzante che rischia di mettere in cattiva luce la spiccata moralità del politico.
Ora il Commissario si dovrà muovere in uno scenario dove poche cose hanno senso, ma grazie ad un amico d'infanzia confidente ma delinquente, alle informazioni del giornalista Zito, alle confidenze, della vedova dell'ingegnere, riesce a dare la forma all'acqua che qualcuno invece voleva far sembrare in un altro modo.
L'acqua non ha forma, attenzione, piglia la forma che le viene data!!
Un altro personaggio che emerge da questo primo romanzo è la svedese Ingrid Sjostrom, che non sarà di certo una figura di passaggio nei libri di Camilleri e diventerà un personaggio femminile molto importante per Montalbano.
Mi piace perché anche essendo di carattere e cultura libertina, non usa il suo innato potere seduttivo per ammaliare il Commissario con il quale diventerà invece ottima amica. Un'amicizia, e complicità davvero uniche, che si intrecceranno negli anni, senza mai sconfinare nel banale, perché Montalbano è un uomo vero ed onesto.
Le indagini si muoveranno tra le rovine di una vecchia fabbrica detta La Mànnara, dove verrà anche ritrovata una collana di grande valore, che qualcuno cercherà in tutti i modi, e il tutto si intreccerà ad una sparatoria in città.
Mafia, politica, interessi e soprattutto pressioni dall'alto per archiviare il caso.
Prefetto, questore, giudice e cariche ecclesiastiche daranno a Montalbano 48 ore di tempo per sbrogliare questa immensa matassa ingarbugliata.
Il lettore noterà, e probabilmente si appassionerà ai metodi di indagine non sempre in linea con il regolamento che pone muri e limiti invalicabili, alle ricostruzioni perfette spesso non suffragate da nessuna prova.
Non per ultima, la forte empatia che lega il Commissario agli indagati e sospettati.
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