Visitare il Giardino Inglese a Caserta
Come scrivevo in un articolo precedente, consiglio di prendervi almeno mezza giornata esclusivamente per visitare il Giardino Inglese, voluto dalla Regina Maria Carolina d'Austria.
Perché tutto questo tempo solo per visitare il Giardino Inglese?
Innanzitutto per la sua estensione e poi per le molteplici sorprese che nasconde è una continua fonte di interesse, curiosità e poesia.
In passato non nascondo che lo visitammo con superficialità e poca attenzione, visto che eravamo reduci da un tour durato tutto il viale delle vasche e fontane.
Se entri stanco nel Giardino non riuscirai a gustarti quello che c'è.
Come fare?
Intanto esiste un biglietto di 9,00 € che ti permette di visitare solo i Parchi esterni compreso il Giardino Inglese, quindi vi consiglio di optare per questa opzione se già conoscete il Palazzo.
Poi prendete il bus navetta che parte dall'inizio del Parco e arriva fino alla Fontana di Diana e Attenone al costo di 2,50 € andata e ritorno.
Così arriverete subito all'ingresso del Giardino Inglese.
Entrare nel Giardino freschi e carichi, con la mappa anche di google alla mano, o fornite agli ingressi, e qualche indicazione giusta vi permetterà di visitarlo tutto e con calma.
Cosa vedere nel giardino Inglese?
Ho diviso la visita in 4 aree di interesse, collegate tra di loro tramite delle stradine comode e pulite.
Finti ruderi del Tempio Italico
Aperia
Fontana del Pastore
Bagno di Venere
Criptoportico
Cascata
Laghetto delle Ninfee
Tempietto Circolare
Cappella Gotica
Serre settecentesche
Serra Moderna
Scuola di Botanica
Nuovo Roseto
Palazzina Inglese
Finti ruderi del Tempio Italico e l'Aperia
Appena dentro, sarete colpiti dall'enormità delle piante cresciute a dismisura tra colline e vialetti.
Un classico del giardino all'Inglese era quello di ricreare finti ruderi richiamanti l'antichità.
Se proseguiamo a sinistra troviamo una stradina in salita che ci condurrà presso dei finti ruderi di un Tempio Italico, e se proseguiamo giungeremo all'Aperìa.
Questo spazio inizialmente progettato ed adibito a grossa cisterna per la raccolta di acqua piovana, fu trasformata poi in un luogo dove venivano allevate le api, da cui deriva il nome, e successivamente in una sorta di serra adibita alla coltivazione di piante.
Oggi l'Aperìa è adibita a teatro all'aperto, anche se al momento della nostra visita era chiusa e non visitabile, se non da dietro un cancello.
Lago, fontane, cascate, corsi d'acqua
Zona situata quasi al centro del Giardino e forse il punto più ricco e dinamico dal punto di vista turistico ed avventuroso.
Se scendete dall'Aperìa incontrerete la Fontana del Pastore che suona il flauto, dal quale sgorga dell'acqua, che scende lentamente fino al Bagno di Venere, una sorta di scenario leggendario, anacronistico, fiabesco.
Un angolo dove si può ammirare una Venere intenta a farsi il bagno in un piccolo laghetto, protetto da numerosi alberi, ed un criptoportico costruito simulando delle rovine romane, con i soffitti bucati di proposito.
Piccoli cunicoli, un verde lussureggiante, il rumore di piccole cascate ed i raggi del sole che si fanno spiraglio tra le enormi piante.
Dal Bagno di Venere si forma così un piccolo fiume che si fa strada tra cascate piccole ed una più alta, molto suggestiva e realistica.
Il fiume alimenta un piccolo lago detto delle Ninfee, che all'interno ospita ben due isolotti sui quali sorgono un tempietto e finti ruderi, ancora una volta a richiamare l'antichità.
Alberi monumentali da tutto il mondo
Dal contesto bucolico e rilassante del Lago, se volete tuffarvi nella tranquillità del Giardino non vi resta che scendere seguendo le stradine che vanno verso il fondo.
Questa zona è quella più dedicata al verde, dove si ergono alberi in modo molto casuale e disomogeneo nello stile tipico del giardino all'inglese.
Potete ammirare numerosissime specie arboree enormi, e a seconda della stagione magari in fiore, come le bellissime magnolie.
Se riuscite a trovalo in mezzo al labirinto di enormi piante tipiche della macchia mediterranea c'è un Tempietto circolare molto particolare.
Probabilmente fu costruito proprio perché in stile con la moda del giardino all'inglese.
Se risalite nuovamente verso il lago incontrerete enormi noci, conifere, caducifoglie in generale ed un curioso boschetto di arance, molto bello, anche se trascurato, ed un filare di bambù quasi a formare una muraglia impenetrabile. Quando si parla di disordine apparente nel giardino inglese questo scenario ne è la conferma.
Si passa dalle conifere, alle caducifoglie e dagli agrumi al bambù. Praticamente dal Libano alla Cina passando dal Mediterraneo.
Se salite invece dal tempietto verso la zona delle serra, incontrerete una curiosa Cappella Gotica nascosta alla fine di un vialetto di conifere, forse cipressi.
Risalendo potete dare un'occhiata alla zona forse logisticamente più importante dell'epoca, ovvero dove venivano studiate e custodite le piante provenienti da tutto il mondo.
Sono presenti delle serre molto particolari, una ottocentesca ed una settecentesca, oltre che ad esserci una struttura recente. Internamente alle serre si notano numerosissime piante, uno spazio dedicato esclusivamente alle rose, detto Nuovo Roseto, e uno stabile dove si studiavano le piante, ovvero la Scuola Botanica.
Se vi piacciono le Camelie ne troverete diverse in queste aree.
Sono zone visitabili, però molto limitate perché le strutture sono chiuse al pubblico, quindi bisognerà fare uno sforzo con la mente per immedesimarsi nell'ambiente.
Immaginate i professori che insegnavano agli studenti la vita delle piante, che piantavano costantemente a giudicare dagli spazi costruiti apposta.
Per terminare la passeggiata, c'è la casa del giardiniere, detta Palazzina Inglese, uno stabile da poco ristrutturato, purtroppo chiuso al pubblico, dove viveva Graefer con la sua famiglia, e si occupava di studiare ed importare piante e sementi da mettere a dimora nel Giardino inglese della Reggia.
Insomma non so se siamo riusciti a darvi qualcosa, a trasmettervi almeno un minimo di quello che abbiamo e, che viviamo ogni qual volta entriamo nel Giardino Inglese.
Un altro piccolo mondo, ecosistema dentro la città. Un luogo che al tempo dei Borboni sicuramente è stato studiato per stupire sotto ogni punto di vista l'ospite di turno, sia dal punto di vista botanico, che emozionale.
Se però volete saperne di più sugli esterni più nascosti leggete:
Gli esterni della Reggia di Caserta inesplorati
Foto di Parisi Tommaso
Si passa dalle conifere, alle caducifoglie e dagli agrumi al bambù. Praticamente dal Libano alla Cina passando dal Mediterraneo.
Se salite invece dal tempietto verso la zona delle serra, incontrerete una curiosa Cappella Gotica nascosta alla fine di un vialetto di conifere, forse cipressi.
Scuola di Botanica e serre
Risalendo potete dare un'occhiata alla zona forse logisticamente più importante dell'epoca, ovvero dove venivano studiate e custodite le piante provenienti da tutto il mondo.
Sono presenti delle serre molto particolari, una ottocentesca ed una settecentesca, oltre che ad esserci una struttura recente. Internamente alle serre si notano numerosissime piante, uno spazio dedicato esclusivamente alle rose, detto Nuovo Roseto, e uno stabile dove si studiavano le piante, ovvero la Scuola Botanica.
Se vi piacciono le Camelie ne troverete diverse in queste aree.
Sono zone visitabili, però molto limitate perché le strutture sono chiuse al pubblico, quindi bisognerà fare uno sforzo con la mente per immedesimarsi nell'ambiente.
Immaginate i professori che insegnavano agli studenti la vita delle piante, che piantavano costantemente a giudicare dagli spazi costruiti apposta.
Per terminare la passeggiata, c'è la casa del giardiniere, detta Palazzina Inglese, uno stabile da poco ristrutturato, purtroppo chiuso al pubblico, dove viveva Graefer con la sua famiglia, e si occupava di studiare ed importare piante e sementi da mettere a dimora nel Giardino inglese della Reggia.
Insomma non so se siamo riusciti a darvi qualcosa, a trasmettervi almeno un minimo di quello che abbiamo e, che viviamo ogni qual volta entriamo nel Giardino Inglese.
Un altro piccolo mondo, ecosistema dentro la città. Un luogo che al tempo dei Borboni sicuramente è stato studiato per stupire sotto ogni punto di vista l'ospite di turno, sia dal punto di vista botanico, che emozionale.
Se però volete saperne di più sugli esterni più nascosti leggete:
Gli esterni della Reggia di Caserta inesplorati
Foto di Parisi Tommaso
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