Nivarata, il festival della granita siciliana fra sapori e tradizioni

Alzi la mano chi vorrebbe adesso una buona granita siciliana! 

Chiamare la granita 'un dolce' è riduttivo, ma per spiegarlo a chi non è siciliano è l'unico modo.

La granita siciliana non ha nulla a che vedere con le granite che si mangiano in altre parti d'Italia, dimenticate quindi le 'grattachecche' e similari. 

A metà fra un gelato e un dessert rinfrescante, un mix di sapori e cremosità, frutta o sapori decisi, la scelta è varia.

L'ultimo fine settimana di Maggio, Acireale è diventata la capitale per tre giorni della granita siciliana, per me si trattava della prima visita a questo festival e si è rivelato una piacevole sorpresa.



La Nivarata ha visto in concorso diverse granite, preparate da maestri gelatai e pasticcieri provenienti dalla Sicilia, ma anche da diverse parti d'Italia, ed uno anche da oltre oceano, da Città del Messico.

Gusti e abbinamenti insoliti, sapori dell'etna o gusti esotici, ingredienti classici o innovativi, in gara per aggiudicarsi il titolo di granita dell'anno della Nivarata.

Ecco i gusti che ho preferito, una mia personale classifica

Al primo posto per 'innovazione-tradizione'
Aromatica (di Guido Alberto Mammana): limone, basilico, acqua, zucchero vagliato fine Italia Zuccheri
In bocca il gusto del limone e il basilico come aroma, un mix innovatico, mediterraneo, rinfrescante ma assolutamente non banale, e perfettamente estivo.



Acapulco (di Alfonso Jarero): olio di cocco, rose, acqua, zucchero vagliato fine Italia Zuccheri
Ai tropici, ci si ritrova direttamente ai tropici con questa granita. Il cocco è il protagonista assoluto, una chicca per gli amanti del suo gusto esotico.

Cammela (di Giovanna Musumeci) mele dell’Etna, cannella, zenzero, acqua, zucchero vagliato fine Italia Zuccheri
Il sapore dolce e zuccheroso della mela dell'etna, per un gusto che sa di serate in campagna, fra la lava e la ginestra.

Non ho avuto modo di assaggiare un gusto, che mi incuriosiva, la Muncibeddu (era esaurita, sold out al botteghino ;) ) ma chissà che il gusto non venga riproposto dal maestro pasticciere acese in gara, Nunzio Napoli.

Un appunto, un suggerimento agli organizzatori: la prossima volta sarebbe meglio organizzare anche una versione prettamente estiva, magari a metà o a fine giugno, oppure entro la prima metà del mese di luglio: con temperature più calde (non torride, ovviamente) la granita si gusta meglio.





Ormai sapete quanto trovo irresistibili le 'cose antiche', perchè raccontano di un passato fatto di cose semplici e genuine, ecco questo c'era al museo della granita allestita per l'evento.

Le foto parlano da sole: ricordi in bianco e nero, di tradizioni, di realtà genuine, di persone autentiche, che hanno fatto la storia del gelato, che ce l'hanno nel sangue.

E poi ti ritrovi a un tavolino, dove coppe argentate e sedie di legno, ricordano mattinate o pomeriggi di un gelato in compagnia, nella piazza del paese.

Inoltre spazio anche alla storia e testimonianze fotografiche della 'nivarata' e dei 'nivaioli', ovvero come si faceva una volta la granita, con la neve.  I nivaroli raccoglievano d’inverno la neve sull’Etna, sui monti Peloritani, Iblei o Nebrodi, e la conservavano nelle “neviere”.